Giancarlo Prandelli nasce a Dello il 13/05/1939, si laurea a Venezia nel 1968 in Architettura e inizia la sua brillante carriera come architetto -tra i suoi lavori, diverse commissioni per importanti aziende italiane come Olivetti e L'espresso- ma la sua grande passione rimane l'arte. A questa disciplina si accosta fin da bambino, quando seguiva il padre Giacomo durante le ore di lavoro, mentre affrescava chiese e santuari. Il suo più grande punto di riferimento è senza dubbio Leonardo Da Vinci, artista dalla personalità enigmatica proprio come quella di Prandelli, che si presenta come il suo ultimo allievo. Infatti, nonostante l'architetto bresciano sia un artista contemporaneo, i suoi disegni ed il suo stile rimandano inconfondibilmente alla maniera Cinquecentesca. A rendere ancora più affascinanti e particolari le sue opere sono le enigmatiche scritte che si trovano a corredo dei suoi disegni; ciò che si può leggere accanto ai suoi soggetti niente altro è che la spiegazione del pensiero che ha portato l'artista a generare l'opera d'arte che il fruitore può vedere davanti a sé. Secondo Prandelli, l'opera non nasce da un soggetto/oggetto fisico che si trova di fronte agli occhi, non nasce da qualcosa che si vede, bensì nasce da un pensiero, un'elaborazione mentale, un vero e proprio flusso di coscienza che il disegno permette di trasportare dalla mente dell'artista ad una tela che tutti possono vedere (e quindi comprendere); lo spazio su cui si elabora il disegno è lo strumento attraverso il quale l'artista mostra agli altri i moti del suo pensiero e rende partecipi i fruitori di una nuova, rivoluzionaria visione dell'arte, che permette a tutti di decifrare i misteri celati nelle opere di artisti che vanno da Leonardo a Picasso. Da buon rivoluzionario ha una personalità sui generis,del tutto anticonvenzionale: come Leonardo scrive al contrario, non si cura delle questioni materiali ma solo di quelle spirituali, non bada alle convenzioni e dopo tanti anni spesi a disegnare opere e ad elaborare progetti, oggi, anche grazie al supporto di Alessandra Caradonna -sua collaboratrice da oltre quarant'anni- ha deciso di rendere pubbliche le sue opere , ma soprattutto la sua filosofia. Per meglio comprenderla, l'artista ha pubblicato nel 2007 -grazie alla collaborazione con il giornalista Alessandro Calderoni, firma di grandi periodici italiani come Panorama- il libro Il linguaggio occulto della pittura: dall'Antica Grecia a Picasso, il codice noto soltanto agli iniziati. Il titolo è evidentemente molto eloquente su quale sia il tenore dei pensieri e dell'opera dell'artista. Prandelli è l'ultimo conoscitore di un segreto che si tramanda dal Quattrocento e che arriva fino alle opere di Dalì (che l'architetto non manca di citare in alcune suoi disegni). Questo segreto è in grado di svelare i messaggi nascosti dalle immagini che si possono vedere nei quadri di oltre Cinquecento anni di storia dell'arte, e viene riassunto nel Codice P, codice Prandelli, che seguendo uno schema preciso di regole logiche e filosofiche mostra passo per passo come il pensiero generato dalla mente dell'artista si trasforma in opera d'arte. Degni di nota sono i quaderni ed i libri che lui ha scritto, postillato e disegnato sempre seguendo le regole del suo codice e che hanno immancabilmente contribuito ad elevare i suoi pensieri e la sua arte a vera e propria filosofia.