Giovanni Fattori

La biografia e le opere in vendita dell'artista macchiaiolo

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Giovanni Fattori

La biografia e le opere in vendita dell'artista macchiaiolo

Giovanni Fattori nacque a Livorno il 6 settembre del 1825. Figlio di un modesto artigiano della canapa pistoiese, fu presto costretto ad abbandonare la scuola per aiutare il fratello maggiore nel commercio. Fortunatamente, constatato l’innato talento del giovane Giovanni per il disegno, i genitori gli consentirono di studiare pittura presso Giuseppe Baldini e successivamente nel 1846, all’Accademia delle Belle Arti di Firenze, allora diretta da Giuseppe Bezzuoli. Nel 1848 Fattori fu costretto ad interrompere gli studi a causa della guerra, in questo periodo collaborò come fattorino di corrispondenza con il Partito di Azione fino all’anno successivo, quando poté riprendere la sua formazione artistica. A questi anni risale la sua unione al movimento dei macchiaioli che ebbe origine dalla sua assidua frequentazione del celebre Caffè Michelangelo. Nonostante egli divenne uno dei più autorevoli rappresentanti di questa corrente artistica, inizialmente si dimostrò più, degli altri artisti, incerto circa l’indirizzo da seguire. Egli considerava in questo periodo la macchia soltanto come un’esperienza per piccoli studi. Uno dei suoi primi grandi successi fu Il campo italiano dopo la battaglia di Magenta, ispirato ad una scena militare risalente alla guerra di indipendenza italiana. Un’altra importante tela a soggetto risorgimentale è L’assalto alla madonna della scoperta, quest’opera dimostra il tentativo del pittore di aderire alla realtà senza cadere nella retorica celebrativa. Da ricordare, tra i numerosi dipinti a soggetto militare sono Carica di cavalleria (1873) e La battaglia di Custoza (1880). In queste opere appare evidente l’interesse di Fattori sia per lo studio del paesaggio, che per la rappresentazione degli animali. Fu successivamente che l’artista preferì abbandonare il chiaroscuro romantico, per un contrasto a macchia di luce-colore di netta contrapposizione; ne sono chiari esempi La rotonda di Palmieri (1866) e Signora al sole (1866). Nel 1867, dopo la morte della prima moglie per tubercolosi, Fattori attraversò un periodo molto duro, non apprezzato dalla critica degli accademici che contestavano in lui una mancanza di rinnovamento. Tra il 1869 e il 1896, invece, ottenne molte medaglie e diplomi internazionali ma è soltanto con il 1886 che venne nominato professore di perfezionamento di pittura a Firenze ottenendo il suo primo vero stipendio dall’Accademia. Gli ultimi anni della sua vita furono infatti in gran parte dediti all’insegnamento. Dopo la morte della seconda moglie, Fattori visse con il conforto della terza consorte grazie alla quale realizzò uno dei suoi più forti ritratti La terza moglie. Questo genere, quello ritrattistico, ebbe grande rilevanza all’interno della sua produzione; se ne ricordano alcuni di grande evidenza plastica: La nipotina (1856-57) La cugina Argia (1861), La figliastra (1889) e La scolarina (1893). Il filo conduttore di tutte le fasi pittoriche di Giovanni Fattori è l’adesione al realismo che si manifesta nei dipinti come negli acquarelli e nelle incisioni dell’artista. Lo studio sempre più rigoroso della forma, lo porterà inoltre ad un proficuo lavoro di acquafortista. L’artista morì a Firenze il 30 agosto del 1908.

Pisacane Arte 06-06-2014

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