Joan Mirò nasce nel 1893 in Catalogna a Montroig, il padre svolge il mestiere di orologiaio e orefice, la madre è figlia di un ebanista. Affianca gli studi alla scuola di commercio, voluti dalla famiglia, alla frequentazione della scuola di arti industriali e belle arti. Decide di abbandonare il lavoro di contabile e seguire la carriera d’artista. Per un triennio, dal 1912, a Barcellona, frequenta la scuola di Francisco Galì. È attratto dagli impressionisti e dai forti colori dei fauve. In seguito a questo periodo formativo, tra il 1916 e il 1918, affitta uno studio con Enric Cristòfol Ricart. Incontra il mercante Josep Dalmau che s’interessa alla sua opera e attraverso questa figura a modo di conoscere il mondo dada, in particolare Picabia. La prima produzione è legata alla rappresentazione “Orto con asino” 1918, “La fattoria” 1921-22, da questa in fretta si emancipa giungendo a tele come “Il cacciatore, paesaggio catalano” in cui l’elemento realistico è solo il punto di partenza per la costruzione di un linguaggio astratto, onirico fatto di segni e forme. Questa trasformazione del linguaggio figurativo avviene nei primi anni francesi. L’artista infatti, a partire dal 1919, trascorre la sua vita tra Parigi e la Spagna. L’ambiente della capitale francese gli da modo di frequentare grandi scrittori dell’epoca: A. Artaud, J. Debuffe, E. Hemingway., E.Pound e artisti quali Picasso e Masson. Si avvicina anche ai surrealisti Breton e Max Ernst con i quali condivide, in parte, la poetica. Con Ernst collabora alla realizzazione dei disegni per il balletto “Romeo e Giulietta” finanziato dall’impresario russo Diaguilev. Nel 1929 sposa Pilar Juncosa e si trasferisce a Madrid. La sua pittura s’arricchisce con la sperimentazione di nuove tecniche tra cui papiers collès, il primo è del 1928. Nel 1933 lavora come illustratore per Georges Hugnet, autore di storie per l’infanzia. Durante la guerra civile spagnola torna nuovamente in Francia e s’impegna politicamente con una fondazione antifranchista. Per sei anni, a partire dal 1939, decide di abbandonare il supporto della tela e di lavorare su carta come avviene per la serie “Costellazioni “: guazzi creati al rientro in Spagna. A metà anni Quaranta si avvicina alla ceramica, medium che lo accompagna fino alla morte. Con questa tecnica realizza moltissime opere in collaborazione con il conterraneo Josep LLorens Artigas tra cui un murale per l’aeroporto di Barcellona” 1970. Uno dei numerosi esempi d’arte pubblica realizzato dall’artista. Nel 1946 realizza le prime sculture in bronzo “Uccello Solare” e “Uccello lunare”. Viaggia negli U.S.A. dove, oltre a partecipare alla mostra surrealista, si occupa della decorazione dell’Hotel Terrace a Cincinnati, è il 1947. Continua negli anni Cinquanta la produzione grafica e ceramica mentre rallenta l’attività pittorica. L’amico Joseph Luìs Sert viene incaricato a metà decennio di disegnare il suo studio a Palma di Maiorca, allo stesso artista verrà affidato il progetto per la fondazione Mirò a Barcellona. Dagli anni Sessanta cresce la sua produzione scultorea, la maggior parte nasce da assemblaggi di oggetti tra i più disparati come “Personage”1973 formato da stecche da biliardo, legno e matasse di lana. Un anno prima della morte, avvenuta il 25 dicembre 1983, conclude la monumentale scultura ceramica “Donna Uccello” che svetta nel parco di Barcellona a lui dedicato.