Roberto Crippa nacque a Monza il 7 maggio del 1921. Intraprese gli studi artistici presso l’Accademia di Brera, dove cominciò a dipingere rifacendosi ad uno stile figurativo; durante i suoi studi conobbe Aldo Carpi, Achille Funi e Carlo Carrà con i quali si avvicinò ad uno stile neocubista. Si diplomò in arte nel 1947 e nello stesso anno tenne la sua prima mostra nella Galleria Bergamini a Milano. Partecipò nell’ anno 1948 alla Triennale di Milano e alla Biennale di Venezia dove espose anche nel 1950. Nello stesso anno l’arista presentò le sue opere anche alla Mostra collettiva “ Arte spaziale” della Galleria Casanova di Trieste. Interessante è una delle sue realizzazioni di questi anni che consiste in matasse di spirali dai colori sgargianti (1948-52) che sono riconducibili ad uno dei primi esempi italiani di pittura gestuale. L’adesione di Crippa al Movimento Spazialista si consolidò con la sua firma al terzo “Manifesto dello Spazialismo”, avvenuta a seguito dell’amicizia con Lucio Fontana. Le teorie e gli obbiettivi di questo movimento, consistono nella volontà di ricercare una innovativa costruzione dello spazio attraverso moderne tecniche. Al talento creativo di Crippa si devono in particolar modo delle composizioni realizzate tramite l’impiego di ciò che lui definisce “collage”; le superfici delle sue opere sono movimentate grazie all’utilizzo di materiali molto eterogenei e corposi quali il legno, i metalli e gli elementi vegetali. Da questo momento le esposizioni dell’artista, furono accolte in diverse parti del mondo: Firenze, Venezia, Zurigo, Stoccolma, New York, Tokyo, Hiroshima, Amsterdam. Si dedica tra 1954/56 ai cosiddetti “Totem” che rappresentano un’evoluzione rispetto alle iniziali “Spirali”. L’impiego di materiali inusuali, continuò negli anni successivi, dove Crippa realizzò inizialmente opere in ferri, bronzi e acciai che rimandavano all’arte primitiva di carattere simbolico. Successivamente, i suoi collage furono creati mediante l’assemblamento di sughero, giornali e veline plastificate. Nel 1960 l’artista si dedicò anche alla produzione di amiantiti. Le opere appartenenti a questa fase, furono esposte grazie ad una mostra itinerante, in diverse parti del mondo, consolidando la già affermata notorietà dell’artista. Oltre all’amore per l’arte, Crippa fu sempre appassionato di volo acrobatico, questo però lo condusse alla morte nel 1972 quando il suo velivolo precipitò all’aeroporto di Bresso. A soli 51 anni perse quindi la vita insieme allievo Piero Crespi.
