Giuseppe Comparini, 1894-1980
Inaugurazione Martedì 6 novembre 2007
In mostra fino al 25 novembre 2007
Presso Galleria Bolzani - C.so Matteotti 20, Milano
A cura di Roberto Ungaro
A distanza di cinquant’anni esatti dalla prima mostra, la Galleria Bolzani di Milano torna a rendere omaggio alla pittura e all’arte di Giuseppe Comparini con un’esposizione che presenta oltre novanta quadri del maestro fiorentino, classe 1894, fortemente legato all’ambiente culturale milanese che da subito seppe apprezzare le sue opere. Amante del cinema neo-realista, Giuseppe Comparini è stato figura artistica di grande rilievo sebbene sia rimasto sempre distante dai grandi movimenti d’avanguardia, per via del suo temperamento schivo e introverso e per la sua concezione della vita stessa. Comparini si dedica interamente alla pittura solo verso gli anni Cinquanta e la sua espressività pittorica, di chiara derivazione macchiaiola, è il risultato di un intenso e costante lavoro en plein air, importantissimo per il senso di assoluta immediatezza che offre la natura, cui Comparini aggiungeva un lavoro preparatorio molto accurato nella ricerca dei soggetti e nello studio del rapporto tra luci e ombre, sempre privilegiando tele e tavole di dimensioni ridotte. Immutati rimarranno durante tutto l’arco della sua produzione pittorica i temi e i luoghi, i paesaggi della campagna, soprattutto toscana, e il racconto della civiltà degli umili, contadini e pescatori, ovvero i “rifiutati” dallo sviluppo veloce della società. Fra i soggetti più amati i casolari toscani, i covoni di paglia, le nature morte, i cavalli, le chiese di campagna e momenti di vita agreste come la raccolta delle olive. Giuseppe Comparini svolge un lavoro per certi versi documentaristico della realtà del proprio tempo, quasi a voler raccogliere l’ultima testimonianza di un mondo semplice fondato su forme e valori di lunghissime tradizioni, che il progresso andava via via inghiottendo. La scelta di voler ritrarre una realtà quasi metafisica come quella della campagna non poté che portarlo a guardare a modelli compatibili con la sua poetica. Prese a riferimento il livornese Giovanni Fattori, fra i principali esponenti del movimento pittorico dei macchiaioli, che nasce di fatto nel 1856 per riprodurre – come disse lo stesso Fattori - “l’impressione del vero” e il cui nome fu usato per la prima volta in senso dispregiativo sulle pagine della “Gazzetta del Popolo” nel 1862, per indicare il loro antiaccademico rifiuto del disegno e della forma a favore dell’effetto. Comparini tralasciò tuttavia l’aspetto emozionale caratterizzato da una forte vocazione storico-patriottica. La mostra Giuseppe Comparini, 1894 -1980, che rimarrà aperta al pubblico dal 6 al 25 novembre e che prosegue sul web al sito www.giuseppecomparini.it, comprende opere realizzate nelle due modalità che l’artista prediligeva, la tavoletta e la tela. Nel primo caso la pittura è immediata, con il colore che si sovrappone con tratti decisi su degli schizzi a carboncino a sintetizzare le suggestioni che l’artista percepiva. Quando invece il lavoro artistico si sposta su tela, la fase preparatoria del dipinto è molto più accurata, tanto che le sue opere richiedevano spesso diversi sopralluoghi.