Enrico Baj e Mimmo Rotella

I SeriDécollages di Mimmo Rotella e l’Umorismo di Enrico Baj

Galleria Arte

Enrico Baj e Mimmo Rotella

I SeriDécollages di Mimmo Rotella e l’Umorismo di Enrico Baj

I SeriDécollages di Mimmo Rotella

e

l’Umorismo di Enrico Baj

in mostra dal 9 al 30 ottobre  

 

Un’esposizione che intende omaggiare i due precursori della Pop Art italiana attraverso un numero significativo di opere rappresentative del loro percorso creativo. Due artisti che, alla fine degli anni Cinquanta, abbandonano il linguaggio informale, ormai incapace di comunicare con una società dominata dal consumismo e dall’omologazione. L’annullamento del singolo all’interno dei circuiti di massa porta alla creazione di nuove forme di espressività che rinunciano all’introspezione. I soggetti sono facilmente riconoscibili dal pubblico poiché tratti da immagini che pervadono la vita quotidiana (manifesti pubblicitari, fumetti, prodotti industriali, cinematografici, televisivi, oggetti di uso comune) ma che, nelle mani dell’artista, acquistano un valore aggiunto carico di contenuti, a volte polemici. All’inizio degli anni Sessanta Rotella e Baj si lasciano investire dall’influenza della Pop Art americana, con l’intento comune di fare dell’arte uno specchio della realtà contemporanea. In Italia sono gli anni della Dolce Vita: il boom economico, il consumismo, la comunicazione di massa e la mercificazione di ogni aspetto della vita quotidiana. Mimmo Rotella con i suoi décollages e Enrico Baj con le sue composizioni, slogan del kitsch contemporaneo, si accostano alla cultura dell’immagine con un atteggiamento velatamente critico.

 

Mimmo Rotella: esaltazione e dissacrazione del mito. Con i suoi celebri manifesti strappati restituisce unicità ai cartelloni pubblicitari stampati in serie e ci fa riscoprire l'identità dei divi del cinema imprigionati negli stereotipi dello Star System. L’immagine massificata è alla base del suo progetto volto a ridare espressività all’alienazione prodotta dall’omologazione. Il risultato è un’opera che piace al grande pubblico poichè tratta direttamente dall’immaginario comune. Locandine dei grandi classici del cinema e volti dei divi, che tutti conoscono e amano, vengono caricati di significati che tendono a ribaltare la percezione comune: esaltazione e negazione della serialità e delle icone.

 

Enrico Baj che con i suoi personaggi caricaturali e i suoi collages fatti di materiali di ogni genere (conchiglie, medaglie, carta da parati, stoffe, meccano, frammenti di metallo) si esprime in maniera comica e drammatica allo stesso tempo, provocando un effetto grottesco che contraddistingue quasi sempre l'opera dell'artista. L'umorismo coinvolge il pubblico, partendo dalla commedia e passando poi al melodramma, mescolando sensazioni che ognuno può vivere nella propria piena autonomia. Personaggio libero, irriverente, sempre innovativo con i suoi libri oggetto, Baj ha inventato ciò che non c'era. Un’ottima occasione per tornare agli anni della Dolce Vita, passando attraverso lo sguardo di due grandi personalità artistiche dell’epoca.

Pisacane Arte 20-06-2014

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