Derrière Le Miroir

Rivista d'arte fondata da Aimè Maeght (Galerie Maeght)

Galleria Arte

Derrière Le Miroir

Rivista d'arte fondata da Aimè Maeght (Galerie Maeght)

EDITORIA E ARTE: il caso di Derrière Le Miroir fondatato da Aimè Maeght 

 

 

Oggi l'arte costituisce uno dei capisaldi dell'editoria moderna; sono sempre di più le riviste - di settore e non - che scrivono articoli, recensiscono mostre, lanciano nuovi artisti o contengono rubriche di arte e critica d'arte.

 

Ma come è nata l'editoria artistica, quali sono state le prime riviste pubblicate?

 

Certamente uno dei primi cataloghi di natura esclusivamente artistica è stato il parigino Derrière le miroir, fondato nella capitale francese nel 1946 dal gallerista e mercante d'arte Aimè Maeght.

 

Aimè Maeght, classe 1906, è una figura leggendaria nel mondo dell'arte Novecentesca; a lui infatti si devono le più importanti collaborazioni con artisti del calibro di Chagall, Mirò, Braque, Alberto Galerie_Maeght.jpgGiacometti e Kandinskij solo per citarne alcuni. Ha fondato a Parigi una delle gallerie più innovative del secolo, che ha certamente rappresentato il più importante crocevia per artisti nell'immediato dopoguerra. Maeght si è sempre presentato come un amico per gli artisti, tanto da aver influito sui lavori di alcuni di loro, incoraggiandoli a percorrere strade alternative a quelle che avevano percorso fino a quel momento, spingendoli a sperimentare nuove correnti artistiche o, addirittura, linguaggi alternativi alla pittura (poesia, scultura, musica..) Magnate dell'industria dell'arte, Parigi deve molto a Maeght anche per aver fondato -insieme alla moglie che negli affari del marito ha sempre avuto un ruolo tutt'altro che marginale- la Fondazione Maeght.

 

Nata nel 1964, la Fondazione è una vera e propria sede museale, dedicata alle opere moderne e contemporanee; oggi se ne contano oltre 10.000 e registra circa 20.000 visite annuali. L'artista di punta del museo è senza dubbio Mirò, presente non solo all'interno con le sue litografie ed i suoi quadri, ma anche all'esterno, nel giardino antistante, con le sue sculture.

 

Joan Mirò e Derrière Le Miroir

 

Joan_Miro-Galerie_Maeght.pngProprio Joan Mirò è il protagonista di due numeri del catalogo Derrière le miroir, il 151 e 152, usciti nell'inverno del 1965 come presentazione delle opere in mostra nella galleria del magnate parigino;queste riviste, che uscivano con una cadenza di sei-sette numeri all'anno, servivano a mostrare le opere temporaneamente esposte in galleria, fornendo anche notizie bibliografiche sull'artista di riferimento. Non si tratta dunque di riviste in senso a noi contemporaneo, con rubriche, commenti, servizi giornalistici. Derrière le mirioir è piuttosto un'opera editoriale di accompagnamento ad una mostra temporanea, con lo scopo di pubblicizzare e far conoscere opere, artisti e galleria. Una trovata imprenditoriale davvero geniale ed avanguardista se rapportata al periodo. Oggi le copertine di quelle riviste sono pezzi rari da collezionismo e gli artisti in esse contenute assumono una valenza particolare: le loro opere non sono state solo ammirate ma anche raccontate; non tutti i grandi maestri hanno avuto questo privilegio.

 

Mirò lo ha avuto con i numeri sopracitati, in cui sono state pubblicizzate le litografie della serie "Cartons"; l'artista ha infatti presentato una serie di opere disegnate su cartoni, dalla marcata inclinazione surrealista, in cui a predominare sono i colori primari del verde, del rosso e del blu. Mirò è stato definito dajoanmiro.jpg Jaques Prevert un innocente con il sorriso sulle labbra che passeggia nel giardino dei suoi sogni; ed in effetti a contraddistinguere la sua arte, ed in particolare questa serie, è una dimensione fortemente onirica. Artista poliedrico, che si presenta come surrealista, ma che ha abbracciato nel corso della sua carriera anche correnti alternative come la Mail art, Mirò ha sempre fatto trasparire nelle sue opere il forte amore per la Catalogna, sua terra natìa, ma soprattutto si è schierato ferventemente contro l'art pour l'art, asserendo che l'arte convenzionale e fine a sé stessa dovrebbe essere uccisa, assassinata. I colori forti e decisi delle sue opere, la dimensione astratta, l'aspetto quasi allucinatorio di alcuni suoi dipinti, non fanno altro che ribadire a gran voce questo concetto.

Pisacane Arte 28-03-2018

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