Prandelli: un artista e studioso contemporaneo che realizza opere alla maniera Cinquecentesca
Giancarlo Prandelli, si è sempre definito l'ultimo allievo di Leonardo Da Vinci; non solo perchè custode del suo codice, ma anche perchè -come è evidente osservando le sue opere- il modo in cui disegna, rimanda inconfondibilmente al tocco Rinascimentale che accompagna l'arte tra il XV ed il XVI secolo. E' senza dubbio un artista complesso, che coinvolge il fruitore su diversi piani; non solo quello artistico,filosofico, ed estetico, ma invita chi lo approccia ad elaborare un pensiero, un ragionamento. Non solo arte fine a sé stessa dunque, ma anche e forse soprattutto stimolazione cerebrale. Ed è proprio questa caratteristica a fungere da anello di congiunzione fra il Cinquecento ed i giorni nostri: fra maniera rinascimentale e concettualismo contemporaneo.
I disegni di Giancarlo Prandelli sono senza dubbio molto particolari: estremamente semplici negli strumenti utilizzati (si parla nella maggior parte dei casi di matita, inchiostro, china e carta o cartoncino) ma al tempo stesso perfettamente lavorati, ricchi di ogni minimo dettaglio, da un'acconciatura finemente lavorata, al drappeggio degli abiti, passando per l'intensità degli sguardi e la precisione delle -rare- architetture. I soggetti prediletti sono ritratti di dame, scene di battaglia, cavalieri e ovviamente le rivisitazioni dei dipinti più famosi di Leonardo: dalla battaglia di Anghiari alla Gioconda alla Dama con l'ermellino solo per citare i più famosi. Attenzione però a non cadere nel grave errore di scambiare questi disegni per copie e rifacimenti. Sono termini assolutamente impropri ed il motivo è presto detto: quello che l'artista vuole fare è riprodurre i soggetti leonardeschi alla luce del pensiero, del flusso di coscienza che lo stesso Leonardo ha avuto nel momento in cui ha concepito i suoi dipinti più celebri.
Quello che Prandelli si prefigge come obiettivo, è gettare luce sui soggetti più enigmatici della storia dell'arte per farli finalmente arrivare alla mente dello spettatore così come si sono generati nella mente di Leonardo. Inoltre, anche stilisticamente parlando, per quanto somiglianti siano le opere dell'artista contemporaneo con quelle dell'artista rinascimentale, bisogna sempre ricordare che si tratta di disegni fatti a mano, ex novo. Giancarlo Prandelli respira aria d'arte fin da piccolo, quando osservava il padre restaurare chiese e monasteri; la tecnica, lo stile, la maniera di certo non gli mancano e basta osservare un qualsiasi disegno che non riprenda un precedente quadro di Leonardo (e ce ne sono davvero tanti!) per capirlo.
Prandelli potrebbe essere qual ponte fra arte e filosofia che unisce passato e presente ma anche -forse soprattutto- il futuro. Già, perchè mai prima di oggi si è potuto ammirare qualcuno che sembra venire dal passato, che ha la missione di gettare luce sul passato, ma al contempo getta le basi per una vera e propria rivoluzione della comprensione dell'arte. Non bisogna mai dimenticare che, l'arte per l'arte non esiste. La bellezza fine a sé stessa, la tecnica non portano da nessuna parte. Ciò che rende davvero indimenticabile un'opera d'arte- come diceva Vassilij Kandinskij- è la sua anima e la sua capacità di entrare in connessione con quella dello spettatore. In questo, il nostro artista non è certo manchevole, poiché la bellezza delle sue creazioni passa totalmente in secondo piano rispetto all'invito, fatto direttamente dalle sue opere, di stimolare, pensare, creare. Prandelli è un Leonardo 2.0.