Alla fine del nostro percorso in Galleria, l'ultima parete che vi presentiamo è quella del bianco e nero.
Dopo aver camminato attraverso i colori giungiamo agli apici della scala cromatica, l'allestimento prevede infatti opere che hanno protagonisti queste due tinte a-cromatiche.
Il bianco può essere inteso come assenza di colore così come invece la somma di tutti i colori, la totale presenza di luce. In questo viaggio il bianco si presenta come un elemento luminoso e splendente. Questo colore rappresenta la purezza e l'ordine. Bianca è la luce e la neve, per questo è sinonimo di rigorosità e spiritualità.
Il nero invece, è inteso come l'opposto del bianco perchè può rappresentare l'unione di tutti i colori, soprattutto in termini di pigmenti, ma anche il buio, quindi la mancanza di essi. Questo colore è il più affascinante di tutti, simbolo di eleganza e mistero. Rappresenta il vuoto e la fine ma anche l'inizio da cui ripartire per la creazione di qualcosa.
Da sempre questi due colori sono in contrapposizione. Il primo esempio lo si riscontra nella filosofia orientale dello Yin e Yang. Le due gocce rappresentano il bene e il male, apertura e chiusura, maschile e femminile.
Dal contrasto però nasce anche il complemento, bianco e nero infatti si completano e l'unione di essi produce infinite sfumature equilibrate.
Ecco tre delle opere che saranno esposte durante la mostra:
Loris Dogana - It can't rain forever
Quest'opera unica è nata durante il lockdown causato dalla pandemia. Attraverso l'eleganza del bianco e nero egli disegna figure allegoriche, portatrici di messaggi ironici e provocatori. I suoi personaggi sono la rappresentazione delle costrizioni e abitudini sociali che intrappolano l'uomo. In questo caso, vediamo un uomo vestito elegante la cui testa è stata sostituita da una nuvola carica di pioggia. Inutile diventa quindi l'ombrello che ha in mano, perchè il maltempo non è fuori ma dentro di lui. Tra malinconia e rassegnazione, l'opera trova riscatto nell'assurdità dell'esistenza del personaggio. L'analisi dell'artista sull'animo umano viene definito un Atto d'Amore e parte proprio dallo smantellamento degli alibi in cui ci nascondiamo nella vita di tutti i giorni.
In questa seri-litografia del maestro surrealista Salvador Dalì, sono rappresentate due figure intente a danzare. I due personaggi ricordano il mito di Apollo e Dafne in cui la ninfa, per scappare dal dio, si trasforma in una pianta di Alloro. La scena è rappresentata in tutta la dinamicità della metamorfosi: il corpo della ragazza si sta coprendo di corteggia e da alcune zone iniziano a nascere i primi rami. Quest'opera fa parte della serie “Le arti”, l'artista infatti da sempre è stato affascinato da quelle attività performative quali il teatro, la musica, la pittura e la danza. Il bianco e nero rendono la scena eterna e simboleggiano perfettamente il messaggio del racconto da cui Dalì ha preso spunto.
Enrico Pambianchi - BOOM - THOOM
Quest'opera è una rivisitazione della tela “Il Torero Allucinogeno” del maestro Salvador Dalì. Pambianchi riesce a mantenere quella sensazione di caos e follia paranoici-critici, come li ha definiti Dalì, presenti nell'opera originale. I fotogrammi presentano una sequenza della stessa opera in cui però si inseriscono diversi elementi che spaziano dal fumetto al disegno concettuale. La scelta del bianco e nero dona all'opera un senso di storica staticità, contrastata dagli elementi colorati che disturbano le scene. I soggetti preferiti dell'artista sono icone della storia e della cultura popolare che vengono trasformati, in questo caso la Venere di Milo presente nell'opera madre. Il suo Iperrealismo Visionario si ispira a elementi e personaggi di matrice classica per reinterpretarli e caricarli di un nuovo carattere ironico e sarcastico.
Exhibition a cura di Pisacane Arte
Dal 7 Ottobre 2021 al 6 Novembre 2021