OBEY: la Street Art di Shepard Fairey

La vita e l’arte dello street artist americano

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OBEY: la Street Art di Shepard Fairey

La vita e l’arte dello street artist americano

Obey, vero nome Shepard Fairey, nasce in Carolina del Sud. Studia all'Accademia d'Arte e nel 1988 si diploma. Essendo un giovane studente con poco denaro, per racimolare più soldi lavora in un negozio di skate e vende delle magliette fatte a mano di sua produzione con loghi delle più famose compagnie di skating. Nel 1989, un anno dopo il diploma, inizia a creare degli stencil. Così un giorno, vedendo l’immagine del wrestler André The Giant in tv, decide di crearne uno con il suo viso. In realtà non c’è nessun collegamento diretto tra il lottatore e Obey. L’artista ha infatti spiegato che la scelta del soggetto è stata puramente casuale; il suo obiettivo era, infatti, solo quello di generare una reazione da parte dell’osservatore, inducendolo a mettere in discussione l’ambiente urbano in cui si trovava. L’artista dopo aver creato questo stencil decide di spingersi oltre, vuole farsi conoscere e lasciare il segno: da vita ad una vera e propria campagna, che avrà un enorme successo, dal titolo “Andre the Giant Has a Posse”. Dopo aver ideato il primo stencil Obey crea poi altri adesivi (stickers) con il volto di André The Giant accompagnato però dalla scritta “ANDRE THE GIANT HAS A POSSE 7′ 5″, 520 lb”.

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Dissemina così i muri della città con i nuovi stickers che si estenderanno a macchia d’olio e verranno replicati in altre città e paesi. L’interesse per questo fenomeno è stato tale che il termine “posse” è entrato a far parte del dizionario urbano e del gergo rap. Con il tempo la curiosità per la sua opera si allarga e raggiunge un pubblico più ampio rispetto all’iniziale cerchia “street”. Ed è proproio così Shepard capisce che c’è del potenziale in ciò che aveva creato, perciò passa alla creazione di stampe molto più grandi, destinati a spazi irraggiungibili che solitamente vengono utilizzati per le pubblicità o le campagne politiche. Quando Obey è finalmente conclamato e conosciuto nella scena artistica, e soprattutto dopo aver avviato la sua piccola azienda di stampa, nel 1994 decide di smettere di utilizzare il nome di Andrè The Giant come suo logo identificativo, aggiungendo l’iconica e famosissima parola OBEY: nasce Obey Giant. 

Obey, Andrè the Giant, serigrafia, 90x61 cm

 

Una stilizzazione grafica del volto della figura utilizzata da Shepard per la sua campagna posta al di sopra della scritta bianca OBEY su sfondo rosso. Il nome del logo è “Icon Face“. In galleria è presente questa sua opera, per l'appunto una serigrafia, dal titolo Andrè the Giant.

 

Essendo cresciuto in una piccola cittadina nel Sud Carolina non ha purtroppo grandi possibilità di studiare l’arte contemporanea, sua grande passione. Osserva molto la grafica delle copertine di dischi rock e dei brand di skate, questo fa crescere il suo interesse verso il disegno e le arti grafiche, che lo hanno portatoo a seguire i grandi nomi di artisti come Andy Warhol. Decide di studiare emulsione fotografica, che poi sceglierà di combinare insieme alle sue spiccate capacità grafiche e i collage, mettendole insieme in un'unica stampa grafica. Obey riesce cosi a crearsi un vocabolario artistico che rende subito d’impatto e riconoscibile la sua arte, rendendola unica. Nel suo repertorio troviamo spesso motivi ripetuti fatti di simbolismi (come la stella o il punto esclamativo) e una palette di colori sempre in tono, quasi in armocromia.

 

Shepard Fairey Hope Manifesto ObamaLa sua consacrazione avviene durante la campagna elettorale USA del 2008, che vede protagonista Barak Obama. Il manifesto Hope riproduceva il volto stilizzato di Barack Obama in quadricromia diventa l'icona della campagna elettorale, che ha poi portato il rappresentante democratico alla Casa Bianca. Il critico d'arte Peter Schjeldahl ha definito questo poster "la più efficace illustrazione politica americana dai tempi dello zio Sam”. La campagna di HOPE aiuta Obey ad emergere ancora di più. Il suo stile, semplice, d’impatto, basato sul contatto cromatico, in cui mescola figure emblematiche della storia passata o del cinema, con temi attuali. Si può affermare con molta sicurezza che da quel momento in avanti la carriera di Shepard Fairey ha visto un escalation di progetti e di fama mondiale, riconosciuti dalla critica come potenti immagini comunicative e specchio delle vicende che più hanno caratterizzato la nostra contemporaneità. Dall’elezione di Obama, passando per le tematiche legate alla tecnologia ed alle piattaforme social, arrivando fino all’attenzione il clima ed ai drastici cambiamenti che il nostro pianeta sta affrontando negli ultimi decenni. Le sue opere, principalmente stampe, sono richieste dai più grandi collezionisti d’arte e sono presenti nelle più famose gallerie di arte moderna. Obey è portavoce di messaggi sociali, che molto spesso rimangono inespressi, questo artista attraverso la sua riconosciuta fama, porta in primo piano tematiche difficili e assai spinose, cercando di dare una personale visione attraverso i suoi celebri manifesti.

 

Shepard Fairey murales peace ObeyDagli sticker alle stampe, fino ad arrivare a veri e propri muri. I volti, le scritte, i colori e le forme dei murales di OBEY sono sempre perfetti, studiati nei minimi dettagli. Non si tratta infatti di graffiti inventati al momento, ma sono opere progettate e poi riportate sulle grandi pareti. Nel 2001 Shepard fonda la OBEY Clothing, un’azienda di vestiario il cui scopo iniziale era quello di supportare la sua attività artistica, ma che poi diventerà un top brand nel mondo della streat wear, affermandosi nel campo come un marchio di riferimento dello stile urban. Nei suoi capi Shepard cerca sempre di incorporare messaggi propagandistici e provocatori.

Pisacane Arte 08-11-2023

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